Il CTR non fa ranking per il posizionamento su Google
La vulgata è che il CTR (per gli amici Click Through Rate) nelle SERP di Google sia un fattore di ranking. Ovvero, se il tuo risultato è più cliccato degli altri, allora Google capisce che è più importante e gli assegna un ranking maggiore (quindi una posizione migliore) nei risultati di ricerca.
Cos'è il Click Through Rate
Abbreviato comunemente in CTR, è la percentuale di persone che cliccano su un determinato elemento. Più precisamente è il rapporto tra persone che vedono un elemento/link e quelle che ci cliccano sopra:
CTR = Impression / Click
Nello specifico, quando si parla di CTR nei risultati di ricerca di Google, si intende il rapporto tra persone che hanno visto il tuo snippet nella SERP e quelle che ci hanno cliccato sopra (e quindi sono arrivate al tuo sito).
Per conoscere il CTR del tuo sito nei risultati di ricerca (suddivisi per keyword ricercate), devi analizzare i rapporti di Google Search Console.
Perché questa convinzione
Difficile stabilire da dove arrivi questa convinzione. Google non ha mai fatto affermazioni in questo senso. Ma praticamente tutti gli operatori del settore ne sono sempre stati convinti, dai mammasantissima del SEO agli improvvisati qualsiasi. Per fare un esempio su tutti possiamo citare Neil Patel e Peter Meyers (esperti internazionali, con articoli del 2012 rispettivamente su Search Engine Land e Moz.com), con pareri che diventano certezze nel passaggio di citazione in citazione (come spessissimo avviene nel mondo SEO).
La frase emblematica di Neil Patel:
Specifically, click-through rate (CTR) is part of the algorithmic ranking process.
La prova sarebbe che coincide col parere di Peter Meyers.
Le prime conferme
In realtà le prime conferme arrivano da un esperimento tutto italiano, condotto da Andrea Scarpetta e Cesarino Morellato di settembre 2015, pubblicato anch'esso su Search Engine Land (qui l'articolo in versione italiana).
Ecco la descrizione dell'esperimento. E' stata scelta:
- Una query obsoleta che non avesse più traffico
- Che avesse un PDF come risultato in prima pagina (tra la ottava e la decima posizione)
- Che non avesse backlink
- Che fosse in una SERP abbastanza stabile
Il risultato dell'esperimento, in sostanza, è che perlomeno nel mese successivo il file PDF designato è salito in SERP mediamente dalla decima alla quinta posizione.
Gli autori stessi, comunque, considerano che sia più che altro un meccanismo per premiare gli argomenti del momento:
Quindi ci aspettiamo che questo coefficiente, pensato per mettere in evidenza argomenti di interesse temporaneo, prima o poi si sgonfi e la posizione del documento pdf ritorni al suo livello normale.
Il ragionevole dubbio
In realtà, andando con il solito criterio di buon senso, non sembrerebbe un granché come metrica per contribuire a definire il posizionamento dei siti. Il concetto base è sempre lo stesso:
- Ricordiamoci qual è il mestiere di Google
- Applichiamo i filtri del buon senso.
Il mestiere di Google è quello di restituire all'utente i risultati migliori possibile (i più interessanti, quelli che danno una risposta esaustiva rispetto alla ricerca).
Se Google premiasse i siti che prendono più click, da un lato premierebbe maggiormente quelli che lui ha già posizionato più in alto, del tipo "gli ultimi saranno ultimi se i primi sono irraggiungibili" [cit: Frankie Hi-Nrg]. Da un altro lato premierebbe acriticamente i più popolari, in modo un po' similare al televoto. Quindi premiando chi ha più amici, o meglio, chi è più bravo nelle PR. Insomma presterebbe il fianco ad un evidente fattore di distorsione rispetto alla sua mission (fornire una risposta esaustiva rispetto alla ricerca).
La prova che il CTR non fa ranking
La prova ce la fornisce con rigore scientifico Bartosz Góralewicz in un eccellente articolo di agosto 2015 su Search Engine Land (quindi, uno studio perfettamente contemporaneo a quello italiano). In cosa è consistito l'esperimento.
- Ha scelto una keyword: Negative SEO.
- Ha scelto una pagina di un suo blog già ben posizionata sulla keyword in questione.
- Si è posto l'obiettivo di farla salire in SERP nella ricerca negative seo, cercando di modificare il CTR (in realtà l'esperimento coinvolgeva 7 keyword, ma rimaniamo su questa a beneficio della semplicità del riassunto).
- E' riuscito ad ingannare Google con un Bot che ha simulato una quantità enorme di impression e di click nei risultati in SERP: ricerca con keyword negative seo, e click sul suo sito.
Per capire i numeri, sulla keyword negative seo, il bot ha drogato il sistema passando dalle 6.000 ricerche mensili a 65.000 ricerche mensili (quindi abbiamo proprio cambiato ordine di grandezza). - Ha verificato che sia gli strumenti di Google Adwords che quelli di Google Search Console avessero registrato l'aumento delle ricerche come "reale": quindi Google era convinto che fossero ricerche vere, di umani (quindi, per quel mese, 65.000).
- Ha fatto passare il CTR della sua pagina dal 3% al 78% (una cambio piuttosto netto).
Com'è finita?
Ed il risultato dell'esperimento è... suspence... che il posizionamento della pagina non è migliorato. Anzi, la posizione media registrata da Google Search Console è addirittura scesa un pochino.
Conclusione
La somma dei due esperimenti ci porta ragionevolmente a concludere serenamento che il CTR non è un fattore di ranking per il posizionamento su Google.
A voler spendere due parole in più, da un lato, sull'esperimento italiano si potrebbe ipotizzare che proprio il fatto che la keyword (e relative SERP) del test fossero ferme da anni (quindi concorrenza pressoché nulla), e che l'obiettivo del posizionamento fosse un file PDF (quindi quasi senza fattori onsite da considerare ai fini del ranking Google), limiti abbastanza il significato dell'esperimento. Ovvero, come pura ipotesi di fantasia, se il CTR fosse il 101° fattore di ranking (quindi un blando fattore), in una situazione di bassissima concorrenza e con molti fattori di ranking non applicabili (essendo un pdf), allora anche un fattore marginale può fare qalche differenza.
Inoltre, diciamocelo, la maggior parte dei siti che ci si prende in lavorazione partono da posizioni in SERP che partono dalla decima pagina e oltre... per cui guadagnare cinque posizioni per passare dalla posizione 98 alla 93... non sarebbe certo un grande risultato.
Da un altro lato è vero che pure l'esperimento di Góralewicz ha evidentemente dei limiti che ne pregiudicano l'universalità del risultato, ma è anche vero che se sia Google Search Console che Google Adwords hanno "certificato" le visite dei suoi Bot, vuol dire che Google ci è cascato.
Quindi, due esperimenti diversi sul CTR, e due risposte abbastanza fredde di Google in SERP... e pure leggermente discrepanti tra loro.
Da buon uomo di scienza, non si può che concludere che è un fattore sostanzialmente ininfluente.
Ti è piaciuto l'articolo?
Vuoi essere aggiornato appena ne pubblichiamo uno nuovo?
Iscriviti subito alla nostra Newsletter, inserendo nome ed e-mail qui sotto!
Ti invieremo solo aggiornamenti sui nuovi articoli del nostro blog e potrai cancellarti in qualsiasi istante cliccando sul link di deiscrizione presente su ogni nostra comunicazione.