La directory Dmoz chiude il 14 marzo: buona o cattiva notizia?
Cos'è Dmoz?
E' una directory web. Probabilmente la più autorevole, frutto di uno storico progetto indipendente. Seguirà l'ovvia domanda: cos'è una directory?
Nel gergo del web, una directory è una raccolta di siti web (con link per consultarli) catalogati per categorie e argomenti, eventualmente selezionati ed ordinati per importanza. Per chi ha vissuto i primi anni di internet, Yahoo era una directory. Non esistevano i motori di ricerca. Per andare su un sito web le principali opzioni erano:
- conoscere l'indirizzo esatto e digitarlo sulla barra degli indirizzi (www.itala.net)
- trovare il link su un altro sito e cliccarci su
- andare su Yahoo (o su un'altra directory minore) e cercare per categorie (Web agency->Italia->Lazio->Roma), infine trovare il link ad "Itala".
I motori di ricerca
L'avvento di Google ha rivoluzionato il web, ed ha inaugurato l'era dei motori di ricerca. In sostanza le directory (come Yahoo) sono diventate ben presto obsolete: invece di spulciarsi tutte le categorie possibili su una directory, come fossi sull'indice di un libro cartaceo... è molto più semplice scrivere su una casella di testo cosa cerchi, e trovarsi i risultati già ordinati per pertinenza ed autorevolezza.
Da quel giorno in poi le directory hanno smesso di essere la porta per la navigazione del web. Ne sono sopravvissute poche, principalmente di una delle seguenti categorie:
- di tipo commerciale, tipo Pagine Gialle, dove entri tramite accordo commerciale, e paghi la tua posizione di maggiore visibilità
- di nicchia, dove i siti vengono catalogati per caratteristiche molto specifiche del settore, meno compatibili con gli algoritmi più generici dei motori di ricerca (pensate a portali tipo Bookings, che in fondo è una "directory" di alberghi)
- di tipo generico, come era Yahoo, lentamente scomparse e diventate piano piano più oggetto nostalgico che di reale utilità
Ecco, Dmoz era rimasta l'ultima grande directory sopravvissuta di tipo generico. O almeno l'ultima di grande autorevolezza, che avesse l'ambizione di catalogare tutto ciò che valesse la pena di essere catalogato.
Un progetto indipendente, di pubblico dominio e pubblica utilità. Gestito un po' come Wikipedia, da volontari che si prendevano cura dell'approvazione o della rettifica dei contenuti.
Il progetto in fondo era bello, ma come al solito la cruda realtà diventa brutta molto velocemente.
Lo stato di abbandono di Dmoz
Ormai da anni Dmoz giaceva in stato di abbandono. I volontari erano troppo pochi e non erano più in grado di tenere aggiornate le categorie. Erano così pochi che non erano nemmeno in grado di gestire le richieste dei nuovi aspiranti volontari... e gli elenchi di Dmoz erano rimasti completamente fermi: sostanzialmente una fotografia del passato che fu.
Perché se ne parla?
Si parla di Dmoz perché, come detto, era l'ultimo progetto autorevole di questo tipo. Tanto autorevole che Google teneva in grande considerazione i link ricevuti dai siti web da parte di Dmoz... così tanto in considerazione che a volte considerava la descrizione del sito su Dmoz più importante di quella fornita dal sito stesso tramite meta-description della home page.
Insomma essere su Dmoz era un grosso valore aggiunto per il posizionamento su Google.
La chiusura di Dmoz è un bene o un male?
Perdere un progetto del genere fa sempre un po' male (pensate se domani chiudesse Wikipedia), ma la sua esistenza in questo stato era effettivamente più un male che altro. Elenchi non più aggiornati che "regalavano" grande autorevolezza ai siti web che linkava, dando quindi un vantaggio competitivo in termini di SEO. Un vantaggio competitivo non dico incolmabile, ma sicuramente ingiusto per tutti quelli che non avevano fatto in tempo a registrarsi quando ancora "funzionava".
E' un po' come dire che ai 100 metri alle Olimpiadi, quelli nati dal 1997 in poi non possono più usare le scarpette chiodate. Quelli nati prima del '96 possono, gli altri no... anche nella stessa gara. Insomma è come gareggiare con una penalizzazione.
Insomma, in fondo la chiusura di Dmoz, per la SEO, è un momento di "giustizia" ed equità.
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